La pasta italiana, o pasta, è conosciuta in tutto il mondo. Sono fatti con farina di grano duro e acqua, non danneggiano la figura e sono un piatto autonomo.
La pasta si differenzia dalla solita pasta, prima di tutto, per le materie prime da cui è composta. In Russia, fino a poco tempo fa, non era consuetudine cucinare la pasta con farina di grano duro, che si rifletteva nel loro aspetto e gusto. In Russia la pasta era spesso considerata un piatto di second'ordine, adatto solo come contorno. In Italia c'è un numero enorme di primi piatti autonomi.
Pasta e pasta
La stessa parola pasta, tradotta dall'italiano, significa "impasto". Gli italiani chiamano la pasta tubi cavi lunghi e sottili di pasta secca, cioè, dal loro punto di vista, la pasta è solo una delle varietà di pasta. La parola "pasta" molto probabilmente deriva dal gergo siciliano maccarruni, che significa "impasto lavorato", tuttavia esistono altre versioni sull'origine di questo termine, ad esempio alcuni linguisti ritengono che la parola "pasta" derivi dal greco aggettivi makares, che significa benedetto e macro significa lungo. Secondo questa versione, la parola "pasta" è apparsa nelle cucine degli italiani benestanti, per i quali i cuochi greci preparavano il cibo.
Fino alla metà del XVIII secolo la maggior parte dei tipi di pasta era fatta a mano e veniva condita con una speciale salsa di miele e zucchero. A metà del XVIII secolo, gli italiani inventarono le macchine più semplici per fare la pasta, che portarono immediatamente a una diminuzione del suo costo. Di conseguenza, la pasta divenne disponibile per quasi tutta la popolazione d'Italia, da allora considerata il cibo nazionale italiano.
La pasta come piatto autonomo
A Genova, considerata la culla del formato forse più famoso di pasta, gli spaghetti, esiste un vero e proprio museo dedicato a questo alimento. Contiene un numero enorme di articoli che sono in qualche modo collegati agli spaghetti - dalle copie dimostrative di 180 tipi di pasta varia a un atto notarile redatto il 4 febbraio 1279, che conferma l'esistenza di un prodotto culinario chiamato "maccheronis" già a quel tempo. In questo museo, un posto speciale è dato ai libri con tutti i tipi di ricette per spezie e salse.
Va notato che la pasta differisce non solo nella forma, ma anche nel colore. Con l'aiuto di coloranti naturali, gli italiani dipingono il loro piatto nazionale preferito in una varietà di sfumature. La pasta più diffusa è quella verde (con aggiunta di spinaci), rossa (con aggiunta di barbabietola o pomodoro) e nera (a tale pasta si aggiunge nero di seppia).
Gli italiani cucinano la pasta allo stato di "al dente" o "al dente", senza portarla a piena prontezza. Molto spesso, dopo, viene riscaldato per un paio di minuti con la salsa preparata. A seconda del formato, la pasta può essere abbinata a diversi tipi di sughi. Si ritiene che ci siano più di 10 mila varietà di salse. La regola di base è che più spessa e corta è la pasta, più densa deve essere la salsa.